Politica interna
Corte costituzionale: Ancora una fumata nera per il giudice della Corte costituzionale. La maggioranza di governo non è riuscita infatti a raccogliere i 363 voti necessari per colmare il vuoto in Consulta e ha optato per la scheda bianca, così da non bruciare il nome di Francesco Saverio Marini. Lo stop è merito anche dell’opposizione, che si è presentata compatta scegliendo di non votare. La maggioranza non pare però intenzionata ad arrendersi e ha già annunciato di voler organizzare “convocazioni periodiche continue”.
Giustizia: Dopo Piercamillo Davigo, un altro pm del caso Eni subisce una condanna. E’ Fabio De Pasquale, insieme al collega Sergio Spadaro, accusati dal Tribunale di Brescia di aver nascosto prove nell’ambito del processo ai vertici di Eni. Ad entrambi sono stati inflitti di 8 mesi di carcere per rifiuto di atti d’ufficio. Per la difesa di De Pasquale si tratta di una scelta pericolosa, perché mette in discussione l’autonomia dei pm. Sul fronte giustizia, ma legata alla politica, si è espresso ieri anche il ministro Carlo Nordio. Per lui Salvini e Santanchè, entrambi coinvolti in processi, non devono dare le dimissioni, sostenendo che in questi casi “vale la presunzione di innocenza”.
Politica estera
Medio Oriente: Israele sferra un nuovo attacco ad Hezbollah. Le truppe dell’Idf sono avanzate ieri nel sud del Libano, arrivando fino a una base della missione Unifil. Netanyahu non sembra volersi fermare e ieri ha invitato i libanesi a “liberare il vostro Paese da Hezbollah affinché questa guerra possa finire”. Il premier israeliano ha anche annunciato la morte del successore di Nasrallah, Hashem Safieddine, ma la notizia non è stata confermata. Hezbollah si è fatta sentire con il lancio di 100 missili su Haifa. Ieri il territorio libanese è stato teatro anche di un assalto a una troupe della Rai. A raccontarlo l’inviata del Tg3 Lucia Goracci, spiegando che un uomo, a cui poi si sono uniti altri, voleva togliere la camera all’operatore. In seguito all’assalto l’autista della troupe ha subito un infarto ed è morto.
Ue: Viktor Orbán non arretra. Il premier ungherese, oggi impegnato a parlare davanti alla plenaria del Parlamento europeo, ha ribadito ieri in una conferenza stampa la necessità di dialogare con Putin per raggiungere un cessate il fuoco. Orbán si è poi apertamente schierato a favore di Donald Trump, sostenendo che “stapperemo molto bottiglie di champagne” qualora il Tyconn vincesse a novembre. Orbán è stato contestato durante la conferenza da un attivista del partito di opposizione ungherese Dk, che gli ha lanciato contro banconote finte chiedendogli “per quanto ha svenduto il Paese, signor primo ministro?”.
Economia e Finanza
Conti pubblici: Giorgetti interviene sul catasto. In un’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato il ministro dell’Economia ha annunciato di voler “cercare le case fantasma”, oltre a precisare che “chi fa le ristrutturazioni edilizie è obbligato ad aggiornare anche i dati catastali”. Il riferimento è anche a chi ha usufruito del Superbonus al 110%, ribadendo quanto già stabilito in un comma della manovra dello scorso anno. Giorgetti ha confermato inoltre tagli “consistenti” alla spesa pubblica, ad eccezione della sanità, e ha poi garantito che “nessuno perderà assolutamente niente” dal taglio del cuneo fiscale. Il ministro ha infine confermato che ci sarà un allineamento delle accise ai carburanti, con sconti alla benzina e aumenti al diesel.
Dazi cinesi: Arriva la risposta della Cina ai dazi europei sulle auto elettriche. Il Dragone ha messo nel mirino il brandy europeo, che subirà un balzello da un minimo di 30,6% a un massimo del 39%. Il dazio colpisce in particolare il Cognac francese e rappresenta quindi un messaggio a Parigi, che ha recentemente scelto di confermare un aumento dei dazi alle auto cinesi. Altri prodotti messi nel mirino da Pechino sono carne di maiale, formaggi e auto di grossa cilindrata. Intanto i produttori cinesi come Byd e Chery hanno deciso di frenare gli investimenti in Europa.